“(…) Most of this CD stays on the better side of fusion, like a good Metheny or Brecker group. Donini is strongest on tenor (….) where you can hear both Hank Crawford and Michael Brecker as influences. (…)”
Philip McNally , Cadence, New York, Oct. 2006
“La maggiore qualità di questo Cd sta nell’essere un esempio della migliore fusion, come un buon gruppo di Metheny o di Brecker. Donini è particolarmente forte al tenore, dove si può avvertire l’ influenza di Hank Crawford e Michael Brecker. (…)”
Philip McNally
“[…] Splitting his duties between soprano and tenor, the saxophonist balances his unit between the contemporary and the traditional.[…]. Highly recommended,this one manages to please almost everyone without dluting creative Jazz, as Donini¹s quartet combines the blues,Jazz/rock, classical, Spanish traditional and italian folk music successfully”.
Jim Santella da Cadence ³New York² (USA) February 2000
“Piramidi E’ un lavoro di robusto spessore e nel contempo decisamente godibile, non solo per la cerchia dei jazzofili. E in questo senso conferma Donini (sassofonista, arrangiatore nonché direttore d’orchestra) come un musicista di prim’ordine sulla scena nazionale, estremamente colto ma sempre attento a mettersi in comunicazione aperta e diretta con un pubblico non di
nicchia […]”.
Beppe Montresor L’Arena , Settembre 2001
…Luca Donini, il musicista veronese da tempo additato come uno dei migliori nuovi jazzisti della fertile scena europea, ha costruito uno stile che sintetizza gli stimoli e le indicazioni degli esponenti più rilevanti di questo strumento….
Attivo anche nell’ambito della musica colta e contemporanea ha collaborato con vari teatri e orchestre italiani…
Sia come freelance che come leader di proprie formazioni, ha avuto modo di fare tournée in varie parti del mondo, comparendo in alcuni dei più importanti festival e manifestazioni, mostrando un’evoluzione musicale, di cui più volte è stata evidenziata la vena fortemente lirica e italiana, pur nei legami con la grande storia afroamericana. Inoltre Donini ha sempre cercato come compositore e come improvvisatore di assimilare al suo linguaggio quegli elementi derivati dalle esperienze fatte in altri contesti culturali, dal teatro alla danza, al cinema, alla poesia, alle arti figurative.
“Cristina Palesi, NEW AGE, Giugno 2002”
E’ un album sorprendente per peso specifico e per colorazioni emozionali “Piramidi” del giovane sassofonista veneto di formazione fusion, capace di contaminazioni a tutto campo, tanto che utilizza il didjeridoo degli aborigeni australiani e le voci di un coro gregoriano femminile, il folklore egiziano e Rachmaninov, gli stimoli dell’acid jazz e l’orchestra, reinventa il sound delle colonne sonore e si intrufola nei meandri delle “quotidianità jazz”; il tutto con spirito lieve e con disincantato savoir faire: una bella dimostrazione di maturità ed eclettismo, di capacità nel catturare la musicalità e di ritrasmetterla all’ascoltatore, di schizzare una musica che sa concedersi senza riottosità di sorta: un ascolto spesso sorprendente…
“Cristina Palesi, SUONO, Dicembre 2001″
Donini sembra si stia specializzando in ciò che comunemente si definisce “etno-jazz”, ma lo fa senza accettare le strettoie dei confini musicali. A caratterizzarlo, infatti, sono le confluenze di generi, le sovrapposizioni di stili, l’eclettismo utilizzato come strumento gioioso, valore aggiunto di una musica piacevolissima e densa, rapida e ironica, lontana dai toni agrodolci….Ascoltare “Angel” il nuovo lavoro di Donini significa vivere, con profondità, un suono travolgente e assoluto dove armonia, melodia e ritmo sono il frutto di una ricerca libera e avvolgente.
MUSICA JAZZ, Settembre 2002
Nei quattro album all’attivo per il veneto Luca Donini, sassofonista e clarinettista, nonchè autore di numerose musicazioni per lavori teatrali, è evidente una costante ricerca verso il nuovo unita a un profondo spiritualismo…
Quella di “Angel” è una ricerca attenta alla spiritualità del contenuto musicale e alla potenza evocativa dei suoni, a tratti quasi catartica…
Luca Buti, NEW AGE
……Non è difficile avvicinarsi al nuovo lavoro di Luca Donini “Piramidi”…l’effetto di queste note, di questa musica è il caratteristico afflusso di emozioni, tinte e fragranze offerte da da numerose e continue vibrazioni polidirezionali………..E’ sicuramente uno dei migliori esempi di “inquinamento” musicale.In un periodo nel quale la world music è ovunque, nel quale la contaminazione è sinonimo di prelievo e riadattamento ai propri canoni metrici, questo lavoro è un passo oltre. Tutti mantengono la loro identità in un’equa armonia fra le parti. Non vi è spazio per pindarici voli in singola elevazione di questo o quello strumento, tutti si alternano e si evidenziano nella logica della necessità di comunicare, ognuno a suo modo in una lingua, però, comune a tutti: la musica. Un’anabasi costante che accompagna le vibrazioni proprie di quest’ultimo singolare lavoro di Luca Donini e della Future Orchestra.
Stefano Cavagnis
Il jazz di Donini è una piattaforma mobile che il gruppo, come sempre magnifico e capace di piccoli e grandi prodigi, dirige all’interno di ogni singolo brano ora aumentando ora diminuendo le sue componenti ritmiche o armoniche. Ciò che resta invariato è lo strumento dell’improvvisazione e con esso quella connotazione inventiva che caratterizza la musica di Donini. Sempre energica, divertente, leggera. Sempre spontanea, allegra, diversa. Sempre così stuzzicante.
..E’ con Donini che la popular-music assume un contenuto non solo estetico ma anche filosofico accentuando la separazione tra ciò che si conosce e ciò che non si è in grado di conoscere ma di immaginare.
… Donini dimostra ancora una volta quanto la musica popolare influenzi la musica colta e sia da quest’ultima ulteriormente influenzata. In realtà fa di meglio, perché crea una commistione tra generi popolari…Luca arriva ad amalgamare, seppur deviandoli dal loro corso tradizionale, gli ambiti in cui si muove il folklore ..Accade così che anche i dischi di Luca divengano popolari: Meteore di un linguaggio sonoro abbagliante e rapido, assemblato con coscienza e acume, perfettamente equilibrato nel tendere ad una particolare simbiosi tra la semplicità dei temi e la loro, magnifica, elaborazione.
Davide Ielmini 2004
“Alaya” è un lavoro vincente perché sa dosare linguaggi, atmosfere, vissuti, echi di altri mondi escludendo la pretesa del dettare legge…Oggi, forse più di ieri, il pubblico esige una musica di qualità e nello stesso tempo briosa, impegnata ma tuttavia capace di “disimpegnare”, anche a costo di compromessi. Donini, lo si capisce, ha mirato alla propria e all’altrui – questa è la speranza di ogni artista- soddisfazione…. In questa società artificiosa, sempre pronta ad inseguire le “cyber-songs” sanremesi, ci sono ancora musicisti come Donini che rispettano gli ascoltatori (avvicinando i giovani e le loro necessità) nutrendoli a suon di Storia.